Il welfare aziendale è generalmente inteso come il complesso di servizi e dei benefits forniti dall’azienda ai propri dipendenti allo scopo di migliorarne la vita privata e lavorativa e aumentare, in questo modo, la produttività aziendale. Tali servizi coprono diverse esigenze ricomprendendo misure di sostegno al reddito, alla salute, alla genitorialità, alla formazione e sfociando finanche in agevolazioni per il tempo libero. Per stimolarne l’utilizzo, i diversi governi che si sono succeduti dal 2008 in poi hanno varato legislazioni incentivanti per convincere le aziende a ricorre a tale strumento. L’aspetto particolarmente interessante, almeno per il settore privato, sembra essere quello fiscale: tali beni e servizi non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente e neppure alla formazione del reddito d’impresa, pertanto, gli importi sono detassati e decontribuiti. I benefici, quindi, ricadono sia sull’azienda, la quale riduce i costi del lavoro, sia sui lavoratori, i quali raggiungono una integrazione – non monetaria – del reddito. Legge di Bilancio 2016 ha rappresentato una netta virata per l’affermazione del welfare aziendale e da questa manovra finanziaria in poi il ricorso da parte delle aziende è stato sempre più frequente. Da tale momento, di fatto, i dati disponibili nei diversi rapporti condotti da Ocsel, Welfare Index PMI e Censis, registrano tutti un forte aumento della diffusione di tale strumento. Il welfare aziendale comprende tutti i quei benefici che il datore di lavoro offre ai propri collaboratori oltre il normale stipendio. Le iniziative previste nei piani di welfare possono includere diversi servizi tra cui, ai fini esemplificativi e non esaustivi,  buoni pasto e ristorazione aziendale, assistenza sanitaria integrativa e polizze assicurative, supporto alla famiglia, come asili nido aziendali o convenzioni con strutture educative, bonus e premi di risultato, formazione professionale e corsi di aggiornamento, smart working e flessibilità negli orari di lavoro, attività di team building e iniziative di benessere psicofisico, come palestra aziendale o programmi di mindfulness. Le prestazioni appena elencate hanno rappresentato la soluzione più idonea a sancire il progressivo avvicinamento tra esigenze datoriali di riduzione del costo del lavoro ed esigenze di miglioramento delle condizioni extra lavorative dei lavoratori e dei suoi familiari. Un’opportunità che le aziende devono essere in grado di cogliere perché oggi, con strumenti corretti, unitamente a adeguati incentivi fiscali, il welfare aziendale può diventare una leva strategica non solo per attrarre i talenti e fidelizzare i dipendenti, ma anche per creare un ambiente di lavoro più sano, stimolante e produttivo.